Questa nuvola di parole presenta le parole chiave della PDL
Informazioni pratiche
- Per facilitare la lettura del testo, utilizziamo il termine "animatrice" per indicare la persona che conduce il gruppo, sia essa un insegnante uomo o donna*, e il termine maschile "partecipante" per indicare i partecipanti.
Ciò significa che nella descrizione degli esercizi, "lei" è associato alla persona che conduce il gruppo e "lui" alla persona che partecipa. Il termine “animatrice” ingloba quindi la sua controparte maschile "animatore" e illustra la frase umoristica di Groucho Marx: "Gli uomini sono donne come tutte le altre".
- Per avere un'idea più precisa dell'applicazione pratica delle caratteristiche della psicodrammaturgia, può essere utile leggere prima la descrizione di alcune fasi del suo sviluppo: https://www.psychodramaturgie.org/fr/cours/deroulement-cours
Perché la "Psicodrammaturgia Linguistica"?
La Psicodrammaturgia Linguistica (PDL)1 deve il suo nome a due fonti che le conferiscono la sua specificità:
- lo psicodramma, da cui attinge alcuni fondamenti teorici (i principi della spontaneità creativa, i concetti di incontro e di azione che hanno portato alla creazione di una pedagogia della relazione e dell'incontro), nonché alcune tecniche pratiche (doppio, specchio, inversione dei ruoli)2.
- la drammaturgia, a cui deve, in ambito teorico, il concetto delle forze drammaturgiche, che interviene nella costruzione degli esercizi e nella scelta dei documenti.
A livello pratico, le deve alcuni esercizi di riscaldamento e di espressione derivanti dalla formazione attoriale, nonché l'uso di maschere durante i primi giorni di apprendimento. Queste facilitano la concentrazione e la percezione delle precise caratteristiche prosodiche e articolatorie della lingua obiettivo, e hanno anche una funzione protettiva.
Noi però non facciamo terapia né teatro. Abbiamo semplicemente adottato alcuni concetti e tecniche psicodrammatiche e drammaturgiche e li abbiamo adattati all'insegnamento delle lingue.
I termini "psicodramma" e "drammaturgia" hanno in comune la parola "dramma", che in greco significa "azione". La PDL propone di acquisire la lingua straniera in situazione, in relazione e in azione.
Per maggiori dettagli sui prestiti dallo psicodramma e dalla drammaturgia vedasi: Le fonti della psicodrammaturgia.
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1 Cfr. B. Dufeu: La psychodramaturgie linguistique ou l'apprentissage de la langue par le vécu. In Le français dans le monde, N. 175, febbraio-marzo 1983, 36-45.
B. Dufeu: In cammino verso una pedagogia dell’essere. Un approccio psicodrammatico all’apprendimento delle lingue. Merano, Alpha & Beta, 1998.
2 J. L. Moreno, il creatore dello psicodramma, ha sviluppato il gioco di ruolo negli anni Trenta. La sua influenza sull'insegnamento delle lingue non è quindi nuova. Purtroppo, il gioco di ruolo di Moreno è stato troppo spesso impoverito nella sua trasposizione pedagogica per motivi di funzionalizzazione linguistica.
1- L'orientamento fondamentale della Psicodrammaturgia: una Pedagogia dell'Essere
Appartengo a quel partito di opposizione
chiamato vita.
Honoré de Balzac
Il concetto di apprendimento nella Psicodrammaturgia Linguistica vuole essere in linea con una concezione dell'uomo3 che considera ogni partecipante come un essere unico in continua evoluzione, un essere in divenire coinvolto nella sua totalità nel processo di acquisizione di una lingua straniera.
Ponendo il soggetto al centro dell'apprendimento, si inserisce in un approccio pedagogico più ampio noto come "Pedagogia dell'Essere", la cui caratteristica principale è quella di proporre un approccio intrinsecamente orientato ai partecipanti e al gruppo (cfr. Dufeu, 1982). Si distanzia quindi da una "Pedagogia dell'avere" che si basa sulla selezione e una progressione di contenuti nonché sulla pianificazione degli obiettivi linguistici.
È quindi importante prima di tutto specificare alcuni aspetti che segnano le differenze fondamentali tra questi due approcci e poi specificare come questi fondamenti trovano la loro concretizzazione pedagogica nel contesto dell'apprendimento delle lingue straniere.
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3 Tuta la pedagogia è influenzata da una concezione dell'uomo e del suo apprendimento, in modo più o meno esplicito o più o meno consapevolmente percepibile.
Da una pedagogia dell'avere a una pedagogia dell'essere nella PDL
Il linguaggio è la casa dell'essere.
Martin Heidegger: Lettera sull'Umanesimo. [4]
Una delle caratteristiche fondamentali della PDL è il suo orientamento verso i partecipanti e il gruppo, il che significa che passiamo da una pedagogia dell'avere, centrata su contenuti e obiettivi, a una pedagogia dell'essere, orientata appunto verso i partecipanti e il gruppo. È quindi importante specificare alcuni aspetti che evidenziano le differenze tra questi due approcci pedagogici.
La pedagogia dell'avere è caratterizzata il più delle volte dall'uso di un libro di testo, il cui contenuto linguistico e culturale è stato selezionato in anticipo da persone esterne al gruppo (progettisti di direttive ministeriali, lettori di case editrici, autori di libri di testo, ecc.) sulla base di criteri stabiliti senza alcun rapporto diretto con le persone coinvolte [5]. È quindi essenzialmente incentrato sulla trasmissione di un sapere ottenuto principalmente attraverso un apprendimento consapevole, diretto al raggiungimento di obiettivi predeterminati. Una cosiddetta fase di trasferimento dovrebbe poi permettere di utilizzare questi elementi in modo più libero e talvolta più personalizzato. Questo approccio prevede due fasi: l'apprendimento e l'utilizzo.
Gli studenti6 possono avere difficoltà a identificarsi con tali contenuti, trovandosi di fronte a una doppia alienazione7: Non è la lora lingua (prima alienazione), ma soprattutto non sono nemmeno le loro parole (seconda alienazione), perché devono parlare di contenuti stabiliti da altri.
Questa doppia alienazione altera il rapporto con la lingua, riduce la vitalità della comunicazione tra i partecipanti e diminuisce il loro interesse per ciò che viene detto, poiché l'imprevedibile ha poco spazio in questo processo. Riduce quindi la motivazione, la disponibilità ad apprendere e la capacità di concentrazione. Inoltre, indebolisce la ritenzione mnemonica in quanto molti dei contenuti spesso hanno poca o nessuna risonanza per loro nel momento in cui vengono presentati. Allo stesso modo, rende più difficile l'assimilazione e l'integrazione della lingua straniera.
L'uso di un libro di testo non solo determina gran parte dei contenuti linguistici e culturali imposti agli studenti, ma influenza anche il modo in cui essi imparano, comunicano [8] e si relazionano con gli altri nel gruppo9.
La Pedagogia dell'Essere è fondamentalmente diversa dalla Pedagogia dell'Avere nel suo rapporto con i partecipanti, nei suoi fondamenti e nella sua pratica.
Mentre la Pedagogia dell'avere è essenzialmente centrata sul "cosa" (contenuto) e sugli obiettivi di apprendimento, la Pedagogia dell'essere è orientata al "chi" (i partecipanti con i loro bisogni e desideri di espressione) e ai processi di acquisizione del linguaggio, perché pone l'individuo e il gruppo al centro delle sue considerazioni.
Nella Psicodrammaturgia, l'avere è subordinato all'essere e il sapere è subordinato al conoscere [10]. I partecipanti acquisiscono la conoscenza della lingua sperimentandola direttamente. Integrano e rafforzano questa conoscenza con le cognizioni della lingua e della cultura quando queste si rivelano necessari o di interesse linguistico o culturale. La lingua non è più principalmente un obiettivo di apprendimento, ma un mezzo per comunicare e relazionarsi con gli altri (funzione relazionale). La PDL e le altre forme di apprendimento basate sulla Pedagogia dell'Essere partono dal soggetto e non dal materiale e costituiscono quindi un'inversione metodologica.
L'avere è subordinato all'essere.
La tabella seguente presenta schematicamente la differenza di concezione tra una pedagogia dell'avere, incentrata sulla trasmissione di contenuti e sulla costruzione di un sapere, e una pedagogia dell'essere orientata all'acquisizione di una conoscenza (approccio relazionale):
Nella pratica, non c'è una separazione radicale tra questi due approcci; essi non costituiscono due sistemi chiusi.
Così, quando nella Psicodrammaturgia l’animatrice chiarisce certe forme linguistiche o interviene per precisare le ragioni di certe correzioni, trasmette un sapere sul linguaggio. In questo modo, il sapere si innesta sulla conoscenza e la completa.
Allo stesso modo, le fasi dell'esperienza sono spesso incorporate negli approcci pedagogici basati sull'avere, in particolare nelle cosiddette attività di transfer. Lo stesso vale per la scelta delle attività per gli studenti avanzati, alcune delle quali corrispondono o sono vicine alle pratiche della Pedagogia dell'Essere11.
La differenza principale e fondamentale tra questi due approcci deriva dalla priorità data all'acquisizione della conoscenza in una pedagogia dell'essere e all'apprendimento essenzialmente consapevole di un sapere in una pedagogia dell'avere.
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4 "Die Sprache ist das Haus des Seins. In ihrer Behausung wohnt der Mensch". Martin Heidegger Brief über den Humanismus, 1947.
5 In particolare, si tratta di criteri per la selezione e la progressione dei contenuti e per la definizione degli obiettivi.
6 Facciamo una distinzione tra "discenti” e "partecipanti". Il termine "discenti" corrisponde a una concezione funzionale dell'apprendimento: l'apprendimento di contenuti determinati da altri. Per questo motivo utilizziamo il termine "discente/i" nel contesto della Pedagogia dell'Avere. È anche il termine più spesso usato dagli autori di libri di testo e dagli educatori che appoggiano questa forma di apprendimento.
Utilizzeremo il termine "partecipanti" per gli approcci didattici che si basano su una "pedagogia dell'essere", perché i partecipanti sono direttamente coinvolti nell'orientamento e nello sviluppo delle attività proposte dall'insegnante, nonché nella determinazione dei contenuti e quindi nello sviluppo del linguaggio nel gruppo. Sono anche direttamente coinvolti nella vita del gruppo grazie alla loro libertà di azione e di interazione nell'incontro e nello scambio tra i membri del gruppo nell'ambito delle attività. È quindi essenzialmente come persone e non come discenti che i partecipanti si approcciano al processo di apprendimento e ne prendono parte. .
La terminologia utilizzata in pedagogia non è innocente; riflette una concezione dell'apprendimento.
7 Per “alienazione” si intende: "Qualsiasi processo attraverso il quale un essere umano viene reso estraneo a se stesso" (cfr. Petit Robert).
8 Ad esempio, quando l'insegnante pone delle domande, di solito si tratta di domande di controllo volte a verificare se le conoscenze dello studente sono corrette.
9 Tuttavia, non si tratta di un appello per l'abolizione del libro di testo; la maggior parte degli insegnanti è obbligata a usare un libro di testo a causa del contesto istituzionale, delle condizioni di lavoro e della loro formazione. Nondimeno, è importante essere consapevoli dei suoi limiti e cercare di evitarlo.
Molte delle attività proposte nella PDL e nelle pedagogie relazionali (vedi nota 11) possono aiutare ad ampliare e, soprattutto, a personalizzare un insegnamento che è essenzialmente incentrato su un libro di testo.
10 Facciamo una distinzione tra la conoscenza, che si acquisisce attraverso l'esperienza vissuta, e il sapere, che è essenzialmente appreso.
Per illustrare questa differenza, prendiamo l'esempio del modo in cui ci rapportiamo a un paese straniero e ai suoi abitanti. Leggendo un libro su quel Paese e sulla sua gente, acquisiamo un sapere. Questo sapere è il risultato di un approccio essenzialmente intellettuale e astratto.
Al contrario, visitando il Paese e comunicando con i suoi abitanti, acquisiamo una conoscenza del paese in un incontro vivo con loro. Siamo direttamente coinvolti come individui in questo incontro. La conoscenza è quindi il frutto dell'esperienza personale. È il risultato di una comprensione globale dell'individuo, che coinvolge il corpo, le emozioni e l'intelletto.
11 Altri approcci pedagogici seguono i partecipanti nel loro desiderio di esprimersi sulla base di un'attività-corniche e danno intrinsecamente la parola ai partecipanti. È il caso delle Simulazioni Globali sviluppate in particolare da Francis Debyser, Jean-Marc Caré e Francise Yaiche, così come di alcuni approcci provenienti dalla Pedagogia del Teatro, quando questi si basano sullo sviluppo dell'espressione spontanea dei partecipanti.
Questo tipo di attività aperte, che stimolano la libera espressione e la creatività dei partecipanti, si trovano sempre più spesso anche nei libri destinati alla formazione degli insegnanti, in collane come Didactique des langues étrangères (CLE international.), Pratiques de classe et collection F (Hachette), Les outils malins (PUG), Teacher Development (Cambridge University Press), Pilgrim Longmann Resource Books (Longmann) o Resource Books for Teachers (Oxford University Press) ...
Le caratteristiche di una pedagogia dell'essere
"Il linguaggio, prima di significare qualcosa,
significa per qualcuno".
J. Lacan: Écrits I, 1966, 86.
Essere orientati verso i partecipanti e il gruppo significa che non si decide per loro in anticipo il contenuto, la progressione e gli obiettivi linguistici, e quindi ciò che devono dire o imparare.
L’animatrice ha un ruolo strutturante nella scelta e nello sviluppo di attività-quadro che risveglino o stimolino il loro desiderio di esprimersi e che contribuiscano all'incontro tra i partecipanti e il gruppo. Fornisce anche un supporto linguistico, fornendo loro le risorse linguistiche necessarie per esprimersi, come e quando ne hanno bisogno. Riprendendo l'immagine del cammino, l’animatrice accompagna i partecipanti nel loro percorso formativo.
Per fare questo, l'insegnante deve disporre non solo di una buona capacità di ascolto e di una disponibilità sensibile, ma anche di spontaneità nella gestione del gruppo e nel proporre le risorse linguistiche necessarie ai partecipanti. Deve essere costantemente consapevole di ciò che accade nel gruppo e mantenere tutti i sensi all'erta.
Il rapporto gerarchico dell'insegnamento convenzionale è sostituito da un rapporto empatico, in cui l’animatrice si mette al servizio delle esigenze e dei desideri di espressione dei partecipanti e del gruppo.
L'animatrice si mette fisicamente in sintonia con il protagonista,
ciò che spesso porta a una sincronizzazione cinestetica.
All'inizio del processo di apprendimento, la lingua si sviluppa essenzialmente all'interno del gruppo in base ai bisogni, ai desideri e agli interessi dei partecipanti. Sono loro all'origine dei contenuti linguistici e della comunicazione nel gruppo.
Successivamente, quando l’animatrice sceglie i materiali (testi, immagini, ecc.) o le attività drammaturgiche, fa le sue scelte in funzione del gruppo e non degli obiettivi linguistici da raggiungere12.
I partecipanti acquisiscono quindi la lingua straniera direttamente esprimendosi e comunicando tra loro. Si crea così un legame diretto tra i parlanti e le loro parole, tra la loro intenzione di esprimersi e gli enunciati che producono o formulano sulla base delle loro competenze linguistiche. Questi hanno quindi un significato particolare per loro.
Questa unità tra i parlanti e le loro parole stimola il processo di acquisizione della lingua straniera e facilita la ritenzione mnemonica. Aumenta la motivazione dei partecipanti e favorisce l'integrazione della lingua straniera, perché si tratta della loro personale parola.
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12 Nel caso di obiettivi professionali specifici (apprendimento per obiettivi specifici), l’animatrice parte dalle situazioni che i partecipanti devono padroneggiare e non da elementi linguistici predeterminati trasmessi attraverso i testi. L'input linguistico deriva dalla situazione. Viene sperimentato in relazione e nel contesto della situazione. Anche in questo caso, le strategie di apprendimento sono orientate ai partecipanti e al gruppo. Alcuni testi possono essere utilizzati come fattori scatenanti di determinate situazioni, mentre altri possono completare questo approccio in una fase successiva.
Una pedagogia basata su una concezione olistica dell'apprendimento
La psicodrammaturgia si rivolge al partecipante nella sua interezza, cioè fisicamente, emotivamente, intellettualmente, socialmente e spiritualmente13.
La PDL coinvolge il corpo a diversi livelli. Infatti, molti esercizi di psicodrammaturgia sensibilizzano i partecipanti al ruolo del corpo nell'espressione e nelle relazioni durante l'acquisizione di una lingua straniera.
Ecco alcuni esempi che illustrano questo approccio al corpo nella PDL:
- Fin dall'inizio del processo di apprendimento, la PDL si dedica intensamente alla pronuncia, la parte più fisica dell'apprendimento di una lingua.
In questo contesto, si utilizzano gesti specifici per facilitare la produzione di ritmo, melodia e suoni propri della lingua in questione.
Le poesie accompagnate dal movimento rafforzano l'importanza del corpo (vedi Pronuncia e poesia su questo sito) - Il riscaldamento per alcuni esercizi inizia con posture o movimenti del corpo prima dell'uso della parola.
- Poiché i corsi si svolgono generalmente sul pavimento o su sgabelli o sedie, e quindi senza tavoli, il corpo ha più libertà di movimento per adattarsi all'espressione dei partecipanti. In questo modo è più facile determinare il proprio posto nello spazio e la propria distanza dagli altri partecipanti. Si tiene quindi conto della dimensione prossemica della relazione.
L'affettività accompagna e stimola l'espressione dei partecipanti, che si esprimono in lingua straniera come persone, con i loro bisogni, affetti, aspettative e speranze.
L'intelletto è costantemente coinvolto nell'osservazione e nell'acquisizione della lingua. Quando necessario, è direttamente coinvolto nella fase di riflessione al termine di un'attività di PDL14.
I partecipanti vengono messi in gioco anche nella loro dimensione sociale, poiché un gran numero di esercizi aiuta a sviluppare la capacità di ascoltare se stessi e gli altri, nonché l'empatia e la solidarietà. Questi esercizi stimolano la comunicazione e le relazioni con gli altri, nonché la collaborazione all'interno del gruppo e il sostegno tra i partecipanti. Non solo contribuiscono allo sviluppo della loro autonomia, ma stimolano anche il loro senso di corresponsabilità. Incoraggiano a tenere in considerazione l'interdipendenza di ogni individuo all'interno del gruppo e, per estensione, nella società.
I partecipanti sono coinvolti anche nella loro dimensione spirituale, poiché la loro concezione dell'uomo, della vita e dei grandi temi che li animano, a volte direttamente, a volte simbolicamente, è alla base della loro espressione, sia a livello reale che immaginario.
Questi cinque piani si influenzano e si compenetrano continuamente durante lo svolgimento delle attività.
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13Cf. Dufeu, B.: Sur les Chemins d'une Pédagogie de l'être. Mainz, 1992, 31-35 e Dufeu, B.: Wege zu einer Pädagogik des Seins, Mainz, 2003, pp. 54-58.
14 Si veda la fase 5 del diagramma "Procedura di apprendimento" in Les fondements méthodologiques de la PDL.
Una pedagogia che sviluppa il doppio livello di apprendimento
Vita e apprendimento formano un'unità.
L'apprendimento e la vita non sono artificialmente separati per motivi didattici. L'apprendimento è vita e la vita è un processo di apprendimento continuo che non può essere dissociato dallo sviluppo della persona che ne è oggetto, perché, ampliando le sue attitudini e i suoi atteggiamenti, contribuisce alla sua evoluzione personale. La pedagogia non porta solo alla padronanza di situazioni che possono verificarsi in futuro, ma è anche e soprattutto parte integrante della vita dei partecipanti e del gruppo nel presente. Non prepara solo a una vita potenziale, ma è vita. Una vita che si esprime direttamente o simbolicamente a livello reale o immaginario.
L'atto di apprendimento contribuisce direttamente
allo sviluppo del soggetto
La PDL svolge la sua funzione educativa nel senso di ex-ducere: "condurre fuori da". Attraverso gli esercizi proposti, permette ai partecipanti di essere se stessi, e talvolta anche di esserlo in modo diverso, e quindi di ampliare le proprie possibilità di essere. Contribuisce al processo di individuazione15, considerando il partecipante come un individuo in continua evoluzione. Tra l'altro, aiuta ad accrescere la spontaneità e la creatività16, a rafforzare la fiducia in se stessi e, in particolare, a sviluppare due abilità fondamentali nella comunicazione e nell'apprendimento delle lingue: la ricettività e la capacità di esprimersi.
L'apprendimento delle lingue straniere avviene quindi in un contesto globale di sviluppo individuale. Rivolgendosi direttamente al partecipante come persona e non solo come apprendente, la PDL favorisce quindi non solo l'acquisizione di conoscenze linguistiche e culturali (obiettivi di superficie), ma anche lo sviluppo di attitudini, atteggiamenti e comportamenti (obiettivi profondi) che facilitano l'acquisizione della lingua straniera e allo stesso tempo contribuiscono allo sviluppo dell'individuo nel suo complesso. Più questi atteggiamenti, attitudini e abilità sono sviluppati, più è facile raggiungere gli obiettivi di superficie e quindi acquisire la lingua straniera.
Esistono due livelli complementari di acquisizione di una lingua straniera:
- Obiettivi di superficie, che riguardano la padronanza della pronuncia, della sintassi, del lessico, dei contenuti culturali e interculturali necessari per comprendere ed esprimersi oralmente o per iscritto nella lingua straniera.
- Gli obiettivi di fondo sono le attitudini, le abilità e le competenze che contribuiscono all'acquisizione di una lingua straniera: concentrazione, ascolto, empatia, attenzione, spontaneità, creatività, flessibilità, fiducia in se stessi, ecc.
Per illustrare questo doppio livello di apprendimento, possiamo fare l'esempio di un ballerino il cui compito non è solo quello di conoscere e padroneggiare i passi, le sequenze di movimenti o le figure della danza che deve eseguire (livello superficiale), ma di sviluppare, a un livello più profondo, le capacità che gli permettono di essere un buon ballerino: senso del ritmo, percezione del corpo (propriocezione), flessibilità, osservazione, sensibilità artistica, ascolto e percezione degli altri, capacità di sincronizzarsi con i partner, ecc.
Possiamo trasporre questo doppio livello di competenze all'apprendimento delle lingue. Come per il ballerino, è importante sviluppare il livello più profondo, che riguarda gli atteggiamenti, i comportamenti, le capacità di comunicazione e le strategie di apprendimento che facilitano la ricettività e l'espressione.
Le persone considerate dotate di talento linguistico hanno una particolare padronanza di alcune di queste abilità più profonde, per cui è importante integrarle nell'apprendimento delle lingue straniere per facilitarne l'acquisizione.
Abbiamo riassunto questa duplice dimensione dell'apprendimento nel seguente diagramma:
Commenti sul diagramma qui sopra:
L'insegnamento convenzionale si concentra essenzialmente su obiettivi linguistici e culturali (obiettivi di superficie) rappresentati nella parte superiore del diagramma.
La psicodrammaturgia stabilisce i suoi obiettivi ad un livello più profondo. Conferisce un ruolo fondamentale allo sviluppo degli obiettivi comportamentali rappresentati nella parte inferiore del diagramma, che facilitano l'apprendimento della lingua straniera. Allo stesso tempo, contribuisce allo sviluppo dell'individuo nel suo complesso.
I partecipanti sviluppano queste facoltà attraverso attività che favoriscono contemporaneamente la percezione, l'espressione e la comunicazione in lingua straniera tra i membri del gruppo. Più queste facoltà vengono stimolate e ampliate, meglio i partecipanti acquisiscono la lingua.
L’avere (in questo caso contenuti linguistici e interculturali) si integra tanto meglio quanto più è in resonanza con l’essere.
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15 Marie Luise Von Franz: Il processo di individuazione. In C.G. Jung: L’uomo e i suoi simboli, 1983, Raffaello Cortina, Milano o Le processus d’individuation in L'homme et ses symboles. Paris: Robert Laffont, 1964, 158-229.
16 J.-L. Moreno: Manuale di psicodramma. Tecniche di regia psicodrammatica, 1987.
J.L. Moreno: Fondements de la sociométrie, 1954, 17-34)
Una pedagogia che rispetta l'unicità dei partecipanti e il loro processo di apprendimento.
È rispettando i ritmi di apprendimento dei partecipanti
che essi compiono i maggiori progressi.
Ogni partecipante è considerato un essere unico impegnato in un processo continuo di evoluzione e individuazione (vedi nota 15). Questa unicità si riflette nella nostra concezione dell'apprendimento: i partecipanti acquisiscono la lingua al proprio ritmo, seguendo il proprio percorso linguistico in base alle proprie attitudini, capacità e interessi, ma anche in base alla propria "risonanza" con la tematica degli scambi. Il processo di acquisizione è, in sostanza, un atto individuale, quindi nella PDL non c'è alcun tentativo di uniformare o standardizzare l'apprendimento al fine di raggiungere precisi obiettivi linguistici in un determinato tempo17. I partecipanti vengono rispettati nella loro individualità e singolarità a fronte dell'apprendimento.
Ognuno è il proprio punto di riferimento.
Qualsiasi tentativo di standardizzare l'apprendimento si basa su un'illusione metodologica, dato che ogni apprendimento è, per natura, individuale. Il modo migliore per progredire è seguire il proprio ritmo. La PDL propone quindi attività che consentono ai partecipanti di seguire il proprio ritmo personale di apprendimento. La PDL si considera una pedagogia della proposta e si distanzia quindi da una pedagogia dell'imposizione. Incontra i partecipanti e il gruppo là dove si trovano e mira ad accompagnarli nel loro percorso, piuttosto che proiettarli in ipotetiche esigenze future. In questo modo, sviluppa una pedagogia del cammino.
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17 L'insegnamento proposto dai libri di testo è fortemente incentrato su obiettivi linguistici e culturali prestabiliti (il contenuto dell'unità del libro di testo), che portano a una selezione e ad una progressione dei contenuti impostati come un programma. Poiché gli studenti sono spesso valutati man mano che procedono, tale valutazione rafforza la necessità di apprendere contenuti specifici in un ordine prefissato.
Una pedagogia fondata su una progressione relazionale
Tutti imparano da tutti.
Invece della progressione essenzialmente linguistica e tematica prevista dall'insegnamento tramite libri di testo, la PDL si basa su una progressione relazionale in linea con il suo orientamento verso i partecipanti e il gruppo. Offre attività che permettono a ogni partecipante di muovere i primi passi nella lingua straniera al proprio ritmo, a cui seguono esercizi che favoriscono gradualmente la comunicazione con gli altri membri del gruppo.
È una buona idea familiarizzare con l'acqua
per imparare a nuotare.
Durante i primi giorni di un corso intensivo, ogni partecipante viene accompagnato individualmente al proprio ritmo nella lingua straniera18. L'accesso alla lingua straniera viene avviato con un lavoro personalizzato e su misura. I partecipanti vengono sensibilizzati in modo particolare alla pronuncia della lingua, al fine dirender la più familiare e di incrementare la fiducia nelle loro capacità di apprendimento. Durante questa fase, i partecipanti sono all'origine della lingua che viene loro proposta o che utilizzano. Già dal secondo giorno di un corso intensivo, i principianti assoluti determinano l'orientamento del contenuto della loro sequenza verbale pronunciando una parola o un'asserzione che viene loro spontaneamente in mente. Partendo da questo enunciato e dal modo in cui è stato espresso, l’animatrice sviluppa una sequenza verbale che constantemente riadatta tenendo conto del modo in cui il partecipante accoglie le sue proposte linguistiche. Questa sequenza segue di solito uno schema a spirale, in modo da poter riproporre specialmente quegli elementi che trovano più risonanza nel protagonista. Questa tecnica permette di ampliare e rafforzare la sua espressivitá partendo dalla su proposta iniziale e, allo stesso tempo, di farlo entrare nel ritmo della lingua. I principianti assoluti costruiscono così il loro primo "nucleo linguistico" dal quale potranno procedere ad esprimersi sempre di più e ampliare le loro conoscenze nelle attività successive. In questo modo, ognuno acquisisce gradualmente la propria espressione nella lingua straniera. All'inizio del processo di apprendimento, la lingua prende origine e trova vita nel gruppo presente. L’animatrice la mette a disposizione secondo le loro esigenze espressive.
Dopo il lavoro su misura dei primi quattro giorni, in cui ogni partecipante viene introdotto individualmente alla lingua straniera e passa gradualmente dal monologo al dialogo, la PDL propone attività che coinvolgono direttamente sempre più partecipanti nell'azione. I protagonisti sono quindi sostenuti non solo dal trainer, ma anche dagli altri membri del gruppo nella misura in cui progrediscono nella conoscenza della lingua straniera, sviluppando così non solo la loro autonomia, ma anche il senso di solidarietà e la consapevolezza della loro interdipendenza. Grazie alle tecniche utilizzate, le differenze di competenze linguistiche tra i partecipanti vengono sfruttate in modo positivo.
Incontro con il suporto del gruppo
Dopo questo ingresso individuale, che consente un passaggio graduale dal monologo al dialogo, i partecipanti incontrano progressivamente un altro partecipante (incontri a coppie), poi più partecipanti (tra l'altro, utilizzando tecniche di scorrimento o di sostituzione), per culminare in attività in cui tutto il gruppo è direttamente coinvolto nell'azione (drammaturgia di gruppo). La costruzione e lo svolgimento di tali attività vengono costantemente adattati al gruppo presente. La psicodrammaturgia è quindi orientata non solo ai partecipanti ma anche al gruppo.
Durante la prima settimana del corso intensivo o durante i primi due fine settimana intensivi19, le attività seguono un ordine preciso per porre le prime basi linguistiche della lingua e per iniziare a sviluppare gli atteggiamenti e le competenze necessarie per l'acquisizione di una lingua straniera20.
L’animatrice propone un'attività-cornice,
i partecipanti decidono il contenuto.
Successivamente, in base alla sua percezione degli interessi, dei temi e delle dinamiche del gruppo, l’animatrice propone situazioni o documenti che stimolano il desiderio dei partecipanti di esprimersi (funzione di motivazione). Li accompagna nella scoperta della lingua straniera e li aiuta con tecniche di supporto (doppio, specchio, ricarica, ecc.), che le consentono di rispondere alle loro esigenze man mano che si presentano. Con la partecipazione degli altri membri del gruppo, fornisce loro il materiale linguistico di cui sono sprovvisti (funzione di supporto) e si offre di correggere le produzioni linguisticamente scorrette (funzione correttiva). Il suo atteggiamento deriva da uno dei principi fondamentali della PDL: seguire piuttosto che anticipare21.
La progressione e la conduzione di codeste attività vengono costantemente adattate al gruppo presente.
La PDL si impegna ininterrottamente per garantire che la sequenza degli esercizi sia coerente e in linea con il suo concetto di apprendimento.
Il diagramma seguente illustra una possibile progressione delle attività nella PDL:
Il diagramma qui sopra mostra la progressione relazionale delle attività della PDL in un corso per principianti assoluti.
In un corso con partecipanti più avanzati, si inizia con un doppo su impulso verbale (vedi descrizione di un corso) per sensibilizzarli al ritmo della lingua straniera e portarli a percepire le precise specificità prosodiche e segmentali della lingua, per poi passare, a seconda del livello del gruppo, a una fase di "incontro con l'altro" o, a seconda del livello di espressione, direttamente ad attività di "drammatizzazione di gruppo".
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18 Per capire meglio come si svolge un corso, vedasi: https://www.psychodramaturgie.org/fr/cours/deroulement-cours .
19 Suddetti fine settimana iniziano generalmente con quattro ore di lezione il venerdì dalle 17.00 alle 21.00 e terminano la domenica alle 13.00, per un totale di quindici ore.
20 È inoltre importante che l’animatrice disponga di una precisa progressione di esercizi per l'inizio del processo di apprendimento con i principianti assoluti, poiché si tratta di un lavoro delicato. Infatti, consigliamo ai trainer di non iniziare a lavorare con la PDL in corsi per principianti assoluti, ma di sviluppare dapprima una certa esperienza con i falsi principianti o con i partecipanti avanzati prima di intraprendere quella fase. Ci sono voluti diversi anni per sviluppare gli esercizi dei primi giorni per i principianti e riteniamo che ci sia ancora margine di miglioramento.
21Il principio "Seguire invece di anticipare" o "Seguire invece di precedere" piuttosto che utilizzare contenuti pianificati, si ritrova nel contesto della pronuncia. A parte la sensibilizzazione al ritmo della lingua all'inizio del processo di apprendimento, in particolare attraverso poesie ed esercizi che permettono di percepire fisicamente il ritmo specifico della lingua obiettivo, i problemi prosodici e segmentali vengono affrontati sulla base degli errori, anziché essere selezionati e pianificati in anticipo.
Lo stesso principio si applica alla grammatica. La grammatica non viene programmata in base alle difficoltà che i partecipanti potrebbero incontrare. Viene definita partendo dagli errori concreti che pongono problemi ai partecipanti (cfr. Dufeu, 1992, 72-80 e Dufeu 2003, 91-102. Vedasi anche il link ... et la grammaire).
"Seguire invece di anticipare" significa che il trainer deve essere costantemente in ascolto dei partecipanti e del gruppo. Il rapporto gerarchico che spesso caratterizza l'insegnamento tradizionale è sostituito da un rapporto empatico. Il trainer, attraverso la sua funzione di supporto, è al servizio dei partecipanti e del gruppo. Anche i membri del gruppo contribuiscono a tale funzione di supporto.
2. La modalità di relazione e di acquisizione della lingua straniera
Dopo aver esaminato gli aspetti personali e relazionali dell'apprendimento, ci concentreremo ora sull'aspetto linguistico, in particolare sullo sviluppo del rapporto con la lingua straniera.
Una pedagogia che si sforza di stabilire un rapporto positivo con la lingua straniera
Non ho imparato il francese, l'ho amato.
Yasmina Khadra22
Un rapporto positivo con la lingua straniera, non solo facilita il contatto con essa, ma anche la sua integrazione. Inoltre, stimola la motivazione, che a sua volta catalizza la volontà di imparare, rendendo possibile anche un apprendimento a lungo termine23.
Ogni giornata inizia con un rilassamento, che offre un contatto gradevole con la lingua straniera. Crea un'atmosfera di attenzione senza tensioni, stimolando la concentrazione e la ricettività dei partecipanti e invitandoli ad ascoltare e a percepire finemente i dettagli prosodici, sintattici e lessicali. Offre inoltre la possibilità di concentrarsi su se stessi prima di rivolgersi agli altri.
Data l'importanza della pronuncia nell'acquisizione di una lingua, i partecipanti vengono resi sensibili alle caratteristiche prosodiche (ritmo, melodia) e segmentali (suoni) della lingua straniera fin dall'inizio del corso, contribuendo così a rendere la lingua più familiare e a ridurne l'estraneità.
L'uso di maschere neutre nei primi tre giorni di un corso intensivo, senza apertura degli occhi, consente inoltre ai partecipanti di percepire con precisione le caratteristiche prosodiche e segmentali della lingua obiettivo. Inoltre, agevolano l'ascolto e la percezione di ogni sfumatura della voce dell'animatrice e della propria voce. La vicinanza della voce dell'animatrice all'orecchio del protagonista, nella posizione del doppio, contribuisce inoltre a una percezione particolareggiata della pronuncia della lingua straniera.
Sensibilizziamo i partecipanti anche agli aspetti estetici della lingua, utilizzando brevi poesie,24 che di solito sono accompagnate da movimenti che ne illustrano le caratteristiche prosodiche e articolatorie o che chiariscono il significato delle parole (gesti semantici) e favoriscono la memorizzazione. Il carattere universale di alcune di queste poesie veicola temi che trovano risonanza al loro interno.
Se è la loro parola,
può diventare più facilmente il loro linguaggio.
Il rapporto con la lingua è segnato anche dal fatto che, all'inizio del processo di apprendimento, la lingua prende origine e trova vita nel gruppo presente. Offriamo loro un linguaggio che nasce dal loro desiderio di esprimersi, quindi un linguaggio che parla a loro25. In questo modo, possono entrare in risonanza diretta e personale con la lingua. Le parole scambiate nel gruppo hanno quindi per loro non solo un senso, ma anche un significato.
L'atteggiamento empatico del trainer consente inoltre ai partecipanti di avventurarsi gradualmente nella lingua straniera sentendosi sostenuti. Ha anche il compito di stabilire un'atmosfera di fiducia nel gruppo, tra l'altro attraverso il modo in cui si relaziona con i partecipanti, il rispetto dei loro ritmi e del loro percorso di apprendimento e, non da ultimo, il suo atteggiamento nei confronti degli errori. Troppo spesso, nell'insegnamento convenzionale, la paura di sbagliare porta alcuni allievi a esprimersi in un silenzio grammaticalmente impeccabile, dove gli errori diventano colpe e vengono rimproverati o addirittura puniti. Nella PDL, gli errori sono considerati necessari per l'apprendimento. I partecipanti sono invitati a sbagliare per scoprire le particolarità e i limiti della lingua straniera. Evitare gli errori rallenta il processo di apprendimento e riduce le possibilità di scoprire e quindi acquisire la lingua straniera.
I partecipanti sono incoraggiati a rischiare e a sviluppare un atteggiamento sperimentale nei confronti della lingua straniera, ciò che permette loro di scoprirne tutte le potenzialità e le specificità. Tale atteggiamento contribuisce a ridurre la paura di esprimersi dei partecipanti che temono di perdere la faccia o di essere giudicati se sbagliano. Progressivamente porta a vedere l'apprendimento come uno spazio aperto all'esplorazione di aree sconosciute. Un atteggiamento che si ripercuote nel nostro rapporto con gli altri come estranei o sconosciuti.
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22 France Info, 20.04.2018, durante il programma "À l'affiche" sul suo libro Le baiser et la morsure.
23 La forza di volontà si mantiene a lungo termine quando non si basa semplicemente sul desiderio (cfr. i buoni propositi di inizio anno), ma quando è stimolata da una forte motivazione.
24 Cfr. https://www.psychodramaturgie.org/fr/fondements/prononciation/prononciation-et-poesie
25 Si veda il paragrafo precedente intitolato: Una pedagogia che segue una progressione relazionale.
Una pedagogia che incoraggia ad acquisire una lingua straniera vivendola
Una lingua vive, una lingua va vissuta.
Piuttosto che essere essenzialmente un oggetto di apprendimento, la lingua straniera nella PDL è innanzitutto un mezzo di espressione, comunicazione, relazione, incontro e scambio tra i partecipanti26. Si sviluppa attraverso gli incontri a livello reale o immaginario, in risonanza con l'attività proposta. Viene quindi vissuta, il che porta all'acquisizione di una conoscenza (vedi nota 10). In questo modo, si stabilisce un rapporto diretto tra i parlanti e le loro parole, ciò che facilita la ritenzione mnemonica e, allo stesso tempo, l'appropriazione e l'integrazione della lingua straniera.
"Siamo ospiti della vita.
George Steiner
In un tale contesto, l'apprendimento di una lingua straniera è essenzialmente un processo di acquisizione; si tratta soprattutto di acquisire la lingua piuttosto che impararla in modo più o meno astratto27. È vivendo la lingua che la si acquisisce più facilmente.
Si tratta quindi di una lingua viva nel senso pieno del termine. In effetti, è così che abbiamo acquisito la nostra lingua madre28 o abbiamo ampliato le nostre conoscenze di una lingua straniera durante i soggiorni all'estero o i contatti con persone di madrelingua. Queste non parlavano in un certo ordine, seguendo una progressione prestabilita, ma si esprimevano in un altro ordine, quello della comunicazione spontanea in una relazione, in un'azione e in una situazione.
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26 Il tema dell'incontro è un tema fondamentale per il creatore dello psicodramma, J.L. Moreno. La sua prima opera si intitola Einladung zu einer Begegnung (Invito a un incontro), Wien, Commissionsverlag, 1914. Questo invito all’incontro è alla base della costruzione delle attività della PDL (cfr. Dufeu 1992, pp. 44-45 e Dufeu 2003, pp. 31, 39, 64).
27 Riprendiamo qui la distinzione di S.D. Krashen tra acquisizione e apprendimento consapevole (cfr. S.D. Krashen: Principle and practice in Second Language Acquisition. Oxford, Pergamon Press, 1982). Per illustrare questa differenza, possiamo dire che un bambino non impara la sua lingua madre, ma la acquisisce, il che non significa che non ci siano fasi di apprendimento consapevole, ad esempio durante le correzioni linguistiche da parte di chi lo circonda.
28 Questo non significa che l'apprendimento della lingua madre e quello della lingua straniera siano identici, ma quest'ultimo può essere facilitato sotto certi aspetti se si tiene conto del modo in cui si è sviluppato il primo.
Una pedagogia del cammino e della presenza
Vogliamo prepararli a essere quando SONO!
La PDL può essere vista come una pedagogia del percorso, e si distingue quindi da una pedagogia dell'obiettivo, in cui il contenuto è determinato in vista della padronanza di un ipotetico futuro. La psicodrammaturgia sostituisce la nozione di programma con quella di orientamento, proponendo attività quadro29 scelte considerando i partecipanti e il gruppo. Codeste attività vengono adattate e sviluppate sulla base delle reazioni, dei desideri di espressione e delle esigenze dei partecipanti. Il linguaggio trova il suo significato e il suo senso nel presente del gruppo. In questo modo, i partecipanti sono corresponsabili della lingua usata nel gruppo e del proprio apprendimento. L'apprendimento di una lingua straniera è visto come un processo individuale all'interno di un gruppo.
Ognuno dei quattro protagonisti è supportato
da due partecipanti in posizione di doppio.
All'inizio del processo di apprendimento, il qui-e-ora occupa un posto preponderante, comprendendo l'individuo sia come portatore di un passato-presente (esperienze, memorie consce e inconsce) sia come proiettore nel presente-futuro in quanto persona desiderante con aspettative, speranze, sogni, ecc.
In seguito, a seconda delle esigenze e dei temi del gruppo, il trainer sceglie le attività o i documenti da utilizzare per ampliare e approfondire le conoscenze linguistiche dei partecipanti.
La PDL sviluppa una pedagogia del presente e della presenza.
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29 Vedasi la fase 1 del diagramma "Procedura di apprendimento" in: Le basi metodologiche della PDL.
Una pedagogia che sensibilizza al doppio livello della comunicazione
Nella comunicazione è fondamentale percepire non solo ciò che viene detto, ma anche e soprattutto ciò che viene espresso dal locutore. È quindi importante rendere i partecipanti consapevoli del significato del messaggio veicolato dalle sue connotazioni e che va ben oltre il senso degli enunciati (il denotativo).
È, tra l'altro, attraverso l'intonazione e le scelte lessicali che i parlanti esprimono la loro affettività, l'impatto emotivo delle loro parole e le loro intenzioni espressive, cioè la relazione che hanno con ciò che stanno dicendo30. Per questo motivo la PDL attribuisce particolare importanza, fin dall'inizio dell'apprendimento, alla sensibilizzazione alle sfumature prosodiche espresse nella lingua straniera e crea le condizioni pratiche per discernerle31.
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30Ci sono, naturalmente, altri fattori: l'espressione del viso, la postura del corpo, i gesti, la prossemica, ecc.
31 L'uso di tecniche di doppio e di specchio all'inizio del processo di apprendimento contribuisce notevolmente allo sviluppo di una percezione sensibile delle sfumature espressive.
Una pedagogia che tiene conto delle funzioni essenziali del linguaggio
Il linguaggio non è mai innocente.
Roland Barthes32
È importante sviluppare un approccio che sia in linea con le caratteristiche specifiche del suo oggetto: la lingua. Il linguaggio ha contribuito al nostro sviluppo fisico, emotivo, intellettuale, sociale e spirituale33. Il linguaggio non è neutro, ma ci implica come individui. Non possiamo quindi pensare all'apprendimento di una lingua come a un semplice sapere da trasmettere, o come a una materia da imparare (come nel caso delle cosiddette scienze esatte). L'attività che circonda la lingua straniera è significativa. Lacan sottolinea la profonda relazione tra linguaggio ed essere quando considera che l'uomo è, nella sua essenza, un essere di parola, il che lo porta a descriverlo come un “parlessere”34.
La lingua diventa parola.
Non si tratta di usare le parole, ma di esprimersi, comunicare, entrare in relazione con altri partecipanti attraverso la lingua straniera. In questo modo, la lingua riacquista le sue funzioni essenziali: espressiva (parlare è innanzitutto esprimersi!), comunicativa (parlare è entrare in relazione, e lo scambio verbale facilita l'incontro) e simbolica (parlare trasmette rappresentazioni intersoggettive)35.
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[32] Roland Barthes: Le degré zéro de l'écriture, 1953.
[33] Il termine "spirituale" è qui utilizzato nel senso di una concezione dell'uomo e della vita, non in senso religioso.
[34] Lacan, Jacques: Joyce le symptôme II, Seconda conferenza su Joyce.1979.
[35] Le altre funzioni linguistiche (metalinguistica, referenziale, ecc., cfr. Roman Jacobson: Essais de linguistique générale, Les Éditions de Minuit, Paris, 1963) sono subordinate a queste funzioni principali.
Un approccio didattico che conferisce un posto privilegiato all'immaginario
Nella pedagogia, la curva è a volte il percorso
più breve da un punto all'altro.
Alcuni approcci didattici mirano soprattutto, attraverso le situazioni e i testi che propongono, a preparare i partecipanti alla padronanza diretta della realtà (approcci pragmatici). Di conseguenza, il percorso è fortemente focalizzato sugli obiettivi, riducendo così l'orientamento e la portata dell'apprendimento.
La PDL, invece, utilizza spesso attività che stimolano l'espressione dell'immaginazione, perché l'immaginazione crea uno "spazio intermedio"36 che estende la realtà dell'aula e la trasforma, dandole nuove dimensioni. Permette ai partecipanti di vivere la loro realtà e la loro immaginazione e di sviluppare un'ampia gamma di attività e ruoli, partendo da situazioni, documenti o altre fonti di espressione. Offre una grande libertà di creazione linguistica.
Allo stesso tempo, l'immaginario offre ai partecipanti uno spazio protettivo in cui sono invitati a correre rischi sul piano linguistico e, in alcuni casi, a esercitarsi a padroneggiare la realtà, senza doverne sopportare i vincoli o le conseguenze. È uno spazio in cui si può essere diversi e agire in modo diverso senza ripercussioni irreversibili.
Riscoprire la possibilità di meravigliarsi.
L'immaginario ha anche una funzione stimolante e, come motore di espressione, risveglia in noi fonti che spesso ignoriamo. Attinge alle riserve insospettate del nostro mondo interiore e contribuisce a un movimento di espressione fondamentale nella PDL: dall'interno verso l'esterno, quindi da noi stessi verso gli altri. Ci invita a uscire dai nostri ruoli abituali e ad ampliare la nostra gamma di comportamenti, permettendoci di scoprire la realtà in modo diverso e di affrontarla da altre prospettive. Inoltre, incoraggia i partecipanti a incontrarsi nella diversità delle loro personalità e dei loro ruoli e sviluppa la loro flessibilità nell'assumere nuovi ruoli e nel padroneggiare nuove situazioni. Apre la porta a una più ricca comprensione e scoperta degli altri.
L'immaginazione contribuisce anche allo sviluppo di un'atmosfera di sperimentazione. Ci invita a provare nuovi modi di reagire a una situazione inaspettata. Apre le porte alla spontaneità e alla creatività, infatti parlare è creare.
Da un punto di vista linguistico, l'immaginario offre anche uno spazio di libertà e flessibilità nell'espressione dei partecipanti, che possono adattare la loro espressione alle loro capacità linguistiche. Gli ostacoli legati a carenze linguistiche possono essere superati.
Per la sua natura inaspettata, l'immaginario suscita la curiosità dei partecipanti e intensifica il loro ascolto, poiché non sanno cosa esprimeranno gli altri partecipanti.
Un intero mondo potenziale e spesso simbolico si apre quindi al gruppo quando ricorriamo all'immaginario.
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36 Cfr. Winnicott, Donald, W.: Gioco e realtà. Spazio potenziale. Roma, Armando editore, 1971.
Quali vantaggi offre la psicodrammaturgia?
Poiché lavoriamo con la PDL da oltre quarant'anni, riteniamo utile evidenziare alcuni dei fattori che hanno determinato la nostra scelta e che costituiscono i vantaggi di questo approccio:
- I partecipanti trovano più facile appropriarsi della lingua straniera, perché questa viene vissuta direttamente (piuttosto che essenzialmente appresa) e corrisponde ai loro bisogni, desideri e interessi. All'inizio del processo di apprendimento, essi sono all'origine della lingua che circola nel gruppo, il che rafforza il loro rapporto con essa. I partecipanti entrano in risonanza con il linguaggio proposto.
- Le attività sono di duplice interesse, non solo linguistico ma anche personale, il che accresce la motivazione dei partecipanti.
- L'uso del linguaggio è personalizzato e quindi dinamico e vario. È per sua natura relazionale, in quanto mezzo di espressione, comunicazione e scambio tra i partecipanti. La lingua è viva, perché nasce e si sviluppa in relazione con loro.
- Il desiderio dei partecipanti di esprimersi viene stimolato dalle attività menzionate, ciò che contribuisce alla dinamica di gruppo e alla vitalità della relazione di gruppo.
- Questo approccio crea un'unità tra i parlanti e le loro parole. Tale unità tra il locutore e la parola ha un impatto positivo sull'interesse dei partecipanti per ciò che viene detto (la parola è significativa per il locutore e per gli altri membri del gruppo), sulla capacità di ascolto (ascoltare gli altri, quando non si sa cosa stanno per dire, è interessante e può suscitare curiosità) e sulla ritenzione mnemonica (ricordiamo meglio ciò che ci tocca ). Ha anche un impatto sulla motivazione (si rafforza il desiderio di padroneggiare meglio la lingua). Inoltre, riduce la seconda alienazione di cui abbiamo parlato in precedenza , perché si tratta di parole che li riguardano.
- Le nuove conoscenze sono più facilmente integrabili, perché rispondono ai bisogni e ai desideri di espressione dei partecipanti. Gli parlano.
- Determinati atteggiamenti, attitudini e comportamenti necessari per imparare una lingua vengono sviluppati attraverso esercizi specifici che facilitano l'acquisizione della lingua straniera.
- La spontaneità e la creatività dei partecipanti sono potenziate da tali attività. I partecipanti imparano a usare la lingua in modo flessibile e spesso stabiliscono con essa un contatto giocoso.
- L'autofiducia dei partecipanti aumenta grazie all'atmosfera che si respira nei corsi, al rapporto empatico che l'insegnante instaura con loro, al suo ruolo di sostegno, al suo atteggiamento nei confronti degli errori, al rispetto del ritmo di apprendimento di ciascuno e allo spirito di cooperazione che si sviluppa nel gruppo. I partecipanti imparano ad avventurarsi con fiducia nella lingua straniera e a correre dei rischi.
- Le capacità comunicative dei partecipanti vengono affrontate e ampliate da diverse prospettive grazie alla varietà delle attività proposte.
- Anche le tecniche di sequenze verbali, di ricarica e di ripresa favoriscono un uso flessibile della lingua e migliorano la fluidità dei partecipanti nella lingua straniera.
- Grazie all'importanza attribuita alla pronuncia fin dall'inizio dell'apprendimento, la lingua diventa più familiare, il che riduce le difficoltà nel parlarla. Entrare in risonanza con la lingua e quindi integrarla diventa più facile.
- Molti esercizi consentono di sviluppare un rapporto positivo con la lingua straniera, riducendo così alcune delle barriere associate all'apprendimento di una lingua straniera. I partecipanti possono sentirsi più a loro agio e sperimentare una maggiore libertà di espressione.
- In genere si instaura un rapporto cordiale tra i partecipanti attraverso la lingua straniera, perché in essa possono incontrarsi rispettando la loro unicità e diversità. Possono inoltre sviluppare altre forme di contatto con gli altri attraverso attività che fanno appello alla loro immaginazione.
- Essendo la lingua acquisita attraverso l'espressione e la comunicazione diretta, riutilizzarla al di fuori della classe diventa più facile, poiché c'è una corrispondenza tra il suo uso o la sua funzione durante l'apprendimento e nella vita quotidiana. Si tratta di quello che nelle neuroscienze è noto come "effetto contesto".
La PDL può portare gli insegnanti a mettere in discussione alcuni fondamenti pedagogici finora dati per scontati. Costituisce una sfida, perché non propone un percorso ben definito anticipatamente e parzialmente sicuro, ma un cammino di cui non si conosce in anticipo la traiettoria, dato che viene man mano determinato dalle produzioni dei partecipanti. Significa "non aspettarsi nulla e aspettarsi di tutto". In compenso , può far scoprire il piacere della sorpresa e dello stupore quando l'immaginazione dei partecipanti fiorisce, quando nasce la spontaneità e sboccia la creatività...
Un approcio in continua evoluzione
Lavoro in corso
James Joyce
È un vasto campo d'azione che ci è stato aperto da più di quarant'anni. In linea con i fondamenti teorici della Psicodrammaturgia, che affiniamo e approfondiamo costantemente, sviluppiamo sempre nuove attività.
Inoltre miglioriamo regolarmente la formazione degli animatori di Psicodrammaturgia per soddisfare le esigenze della sua pratica.
Anche l'uso e l'applicazione della Psicodrammaturgia si stanno espandendo e diversificando grazie al coinvolgimento dei facilitatori del PDL. Se inizialmente è stato sviluppato per l'insegnamento delle lingue straniere agli adulti, ora viene utilizzato con bambini piccoli e adolescenti, pensato per essere utilizzato in gruppo, viene utilizzato sempre di più nelle lezioni individuali (monodrammaturgia), destinate ad essere utilizzate in presenza, dal 2020 si svolge anche a distanza.
Dopo una lunga fase di sviluppo, la PDL trova sempre più eco in diversi paesi europei. Nel 2007, un gruppo di animatrice della PDL ha creato l'Internationaler PDL-Verband (Associazione Internazionale del PDL) per contribuire a far conoscere la PDL e fornire informazioni sulla formazione o sui corsi offerti.
La psicodrammaturgia è sia una sfida perpetua a causa del potenziale di sviluppo che rivela gradualmente che un continuo invito a esplorare altre coste educative.
Collegamenti internet
Per approfondire le basi della Psicodrammaturgia e per meglio comprenderne la pratica, vi consigliamo di consultare I libri e gli articoli pubblicati su questo argomento:
https://www.psychodramaturgie.org/it/pubblicazioni/sintesi-pubblicazioni
Nel libro In cammino verso una pedagogia dell'essere si descrivono i fondamenti e gli aspetti pratici della psicodrammaturgia nell'appridento di una lingua straniera. Merano: Eddizioni Alpha & Beta, 1998.
Troverete su questo sito altre informazioni per comprendere meglio Le ipotesi fondamentali della PDL
È certamente difficile immaginare lo svolgimento di un corso PDL senza vivere direttamente questo
approccio attraverso l'apprendimento di una lingua che ti è estranea, ma la descrizione offerta
dal link qui sotto può aiutarti a capire parzialmente I progressi:
https://www.psychodramaturgie.org/fr/cours/deroulement-cours
Corsi di Italiano con la PDL
MBK Learning Rothenburg ob der Tauber
Pervita Italienisch erleben Sardinien
© Bernard Dufeu, 2001
Prima pubblicazione: 2001
Ultimo aggiornamento: 22.12.2023
Traduzione: Francesca Di Stefano
Testo in corso di elaborazione per "Fondamenti della PDL"
Come si può agevolare l’acquisizione di una lingua straniera?
Per poter meglio comprendere i fondamenti della PDL può essere utile leggere dapprima la descrizione delle fasi di un corso classico di PDL.
Vedere: Come si svolge un corso di PDL?
I termini "psicodramma" e "drammaturgia" hanno in comune la parola "dramma", che in greco significa "azione". La PDL propone di acquisire la lingua straniera in situazione, in relazione e in azione.
Per maggiori dettagli sui prestiti dallo psicodramma e dalla drammaturgia si veda: Le fonti della psicodrammaturgia.
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1 Cfr. Dufeu: La psychodramaturgie linguistique ou l'apprentissage de la langue par le vécu. In Le français dans le monde, n. 175, febbraio-marzo 1983, 36-45.
2 J. L. Moreno, il creatore dello psicodramma, ha sviluppato il gioco di ruolo negli anni Trenta. La sua influenza sull'insegnamento delle lingue non è quindi nuova. Purtroppo, il gioco di ruolo di Moreno è stato troppo spesso impoverito nella sua trasposizione pedagogica per motivi di funzionalizzazione linguistica.
L'orientamento di fondo dello psicodramma: Una pedagogia dell'essere
“Appartengo a questo partito d’opposizione
che si chiama vita ".
Honoré De Balzac"
La PDL è parte di una pedagogia dell’essere, cioè di un’educazione orientata al partecipante e al gruppo ed è diretta all´individuo ed ai processi di apprendimento. Rappresenta una pedagogia del cammino.
In questo modo la PDL si differenzia fondamentalmente nei metodi e nei rapporti con i partecipanti da una pedagogia dell’avere, che si concentra sulla trasmissione di contenuti e sul raggiungimento di obiettivi, determinati in assenza del gruppo. Il manuale conduce non solo ad una scelta di gran parte dei contenuti linguistici estranea al partecipante, ma influenza anche fortemente lo svolgimento della lezione, la comunicazione e il tipo di relazioni in classe.
L’avere è subordinato all’essere.
La tabella seguente mostra schematicamente le differenze concettuali tra una pedagogia dell’avere (insegnamento tradizionale), che si concentra sulla mediazione del sapere, e una pedagogia dell’essere, che porta alla acquisizione di conoscenze:
Osservazioni sullo schema
Nella PDL l’avere viene subordinato all’essere e il sapere viene subordinato alla conoscenza della lingua. La conoscenza della lingua, e cioè l’esperienza diretta della lingua in relazione (rapporto) e nella situazione ha la priorità. Questa viene sostenuta e arricchita attraverso il sapere della lingua.
Una pedagogia che considera l'apprendimento e la vita tutt'uno.
Apprendere è un processo di vita,
Vivere è un continuo processo di apprendimento.
Vita e pedagogia non sono dissociati artificialmente per motivi didattici, ma formano un tutt'uno. La pedagogia esercita non solo prepara a padroneggiare situazioni future, ma è innanzitutto parte integrante della vita del partecipante e del gruppo nel presente. Non solo prepara a una potenziale vita, essa è vita. Questa vita si esprime direttamente o simbolicamente su un piano reale o immaginario.
Una pedagogia che considera le due dimensioni di apprendimento e acquisizione.
Ogni atto pedagogico è parte della vita e concorre al positivo o negativo sviluppo globale del partecipante. La PDL favorisce non solo l’apprendimento di conoscenze linguistiche e culturali (obiettivo di superficie), ma anche lo sviluppo di comportamenti, atteggiamenti, capacità, e abilità (obiettivi del profondo), che facilitano l’apprendimento di una lingua straniera e nello stesso tempo contribuiscono allo sviluppo dell’individuo nella sua globalità.
L’atto di apprendere non può essere scollegato dal soggetto.
L’apprendimento di una lingua straniera contribuisce al processo di "individuazione" (nel senso di C.G. Jung) controlla significato parola italiana del partecipante, che viene considerato un individuo in continuo sviluppo, come entità in divenire. Il processo di apprendimento gli rende possibile, tramite gli esercizi offerti, di essere se stesso nella lingua straniera, ma anche diverso da se stesso, per ampliare le sue possibilità di “essere”. Favorisce lo sviluppo della sua spontaneità, della sua creatività, e allo stesso modo di due capacità basilari, indispensabili all’apprendimento della lingua straniera: la capacità ricettiva e la capacità espressiva. Lo sviluppo di queste capacità favorisce non solo favorisce l’apprendimento della lingua, ma è parte integrante di questo apprendimento.
Abbiamo riassunto questa duplice dimensione dell’apprendimento linguistico nel seguente schema:
Osservazioni sullo schema:
L'insegnamento basato sui libri di testo si concentra prevalentemente su obiettivi linguistici e interculturali (obiettivi superficiali – vedi la parte alta dello schema), particolarmente sulla trasmissione delle strutture e del lessico della lingua straniera, e di contenuti interculturali.
Per il raggiungimento di questi obiettivi, la Psicodrammaturgia Linguistica si concentra su dimensioni più profonde. È orientata in modo particolare allo sviluppo di atteggiamenti, attitudini e capacità, che favoriscono l’apprendimento della lingua (obiettivi profondi – vedi la parte bassa dello schema) e include così lo sviluppo dell’individuo nella totalità della sua concezione.
Nel momento in cui si sviluppano queste capacità attraverso esercizi che favoriscono l’espressività del partecipante e la comunicazione nel gruppo tra i partecipanti, essi acquisiscono la lingua. Raggiungono meglio gli obiettivi linguistici, poiché la lingua riguarda le persone che la utilizzano. L’avere (qui con obiettivo linguistico e inter/culturale) viene integrato meglio, poiché trova risonanza con l’essere.
Una pedagogia psicodrammaturgica
J.L. Moreno, il fondatore dello psicodramma, ha sviluppato negli anni trenta i giochi di ruolo. La sua influenza sulla pedagogia non è quindi nuova, anche se la trasposizione pedagogica dei giochi di ruolo ha portato spesso a un impoverimento dei giochi di ruolo intesi da Moreno.
La Psicodrammaturgia Linguistica si basa su concetti fondamentali dello psicodramma: l’incontro, l’azione, il gioco e la spontaneità creativa.
- L’incontro è uno dei temi principali di J.L.Moreno. Il titolo di una delle sue prime opere è “invito ad un incontro” (Vienna: casa editrice Anzengruber, 1914). Nella Psicodrammaturgia Linguistica l’incontro viene agevolato attraverso attività che utilizzano la lingua in primo luogo come mezzo d’incontro tra i partecipanti ( e non come obiettivo principale della lezione). Per questa ragione definiamo la psicodrammaturgia come una pedagogia dell’incontro.
- „Dramma“, nella sua accezione etimologica significa “azione“. I partecipanti sviluppano la lingua straniera attraverso la comunicazione in azione e relazione (rapporto). Invece di parlare di qualcosa (siano esse persone, fatti, informazioni sulla lingua) si parla algi altri. La riflessione accompagna l’azione, ossia scaturisce dall’azione o si innesta su di essa.
- Il concetto di azione è strettamente collegato al concetto di gioco. Il gioco, basandosi sul coinvolgimento dell’immaginario, possiede una funzione di protezione e di stimolo. Esso rende possibile e favorisce nuove azioni e nuovi atteggiamenti all’interno di un contesto protetto, o di provare nuove strade.
- La concezione della spontaneità creativa: La costruzione degli esercizi di PDL si basa tra le altre cose sulla concezione moreniana della spontaneità creativa (cfr. Moreno J.L.: I fondamenti della sociometria. Colonia, casa editrice Westdeutscher: 1967, 11-18, 437-444). Esercizi di attivazione preparano agli esercizi principali, favoriscono la spontaneità, attivano la creatività e stimolano il desiderio del partecipante ad esprimersi. Nella fase iniziale gli esercizi intermedi permettono un’alternanza agli esercizi individuali e allo stesso tempo portano allo sviluppo delle capacità necessarie all’acquisizione della lingua straniera.
- Lo stile di conduzione di gruppi da parte del trainer è influenzato anche dalla funzione che il trainer stesso ha nello psicodramma moreniano: il trainer ha una funzione strutturante, propone un’attività riguardante il gruppo e si adegua all’andamento del gruppo stesso. Allo stesso tempo possiede una funzione di accompagnamento, in cui aiuta i partecipanti ad esprimersi secondo il loro desiderio. Il trainer coniuga la verticalità della funzione di conduzione all’orizzontalità della funzione di sostegno e accompagnamento. Invece della relazione gerarchica, che spesso ritroviamo nelle lezioni tradizionali, il trainer sviluppa con il partecipante una relazione empatica.
Una pedagogia drammaturgica
Alcuni principi della drammaturgia vengono contemplati nella scelta di situazioni, temi, o testi, così come nella costruzione degli esercizi.
- ll principio delle forze drammaturgiche: l’incontro di antagonisti, di forze contrastanti o di sostegno, contribuiscono alla dinamica delle situazioni.
- Il principio della risonanza: la situazione e la tematica riguardano i partecipanti.
- La presa in considerazione della relazione micro-macrocosmiche: la relazione tra il mondo della situazione rappresentata nel gruppo e il mondo esterno viene presa in considerazione in alcune situazioni drammaturgiche.
- Nel concepire alcuni esercizi o nel selezionare argomenti e testi nei corsi per principianti con conoscenze e per partecipanti avanzati, si tiene conto di nozioni di drammaturgia. Ad esempio, vengono integrati nel processo pedagogico il principio delle forze drammaturgiche, che conferiscono a un testo una propria dinamica, il principio della polaritè ( l'incontro di forze opposte) o il principio della risonanza. Ciò contribuisce al dinamismo dei partecipanti et del gruppo.
- La psicodrammaturgia ricorre anche a particolari forme espressive drammaturgiche (Teatro Forum, tableau vivant…), che provengono dalla tradizione del teatro spontaneo e dalla formazione teatrale.
I sottogruppi in posizione di „doppio“ sostengono
i quattro protagonisti che conducono due dialoghi
paralleli (tecnica di spostamento).
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L’impiego di maschere neutrali durante i primi quattro giorni. Il loro utilizzo proviene dalla formazione teatrale. Le maschere hanno nella PDL una funzione protettiva e favoriscono la concentrazione e la percezione della propria voce e di quella del trainer.
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La psicodrammaturgia apre uno spazio intermedio (vedi D.W. Winnicott 1985: Dal gioco alla creatività. Stoccarda: Klett-Cotta), che per il gruppo è significativamente simbolico e rende possibile ai partecipanti incontrarsi con la loro realtà e immaginazione nella diversità delle loro personalità e nella varietà dei loro ruoli. Questo spazio privilegiato porta allo sviluppo dell’immaginario e offre allo stesso tempo ai partecipanti uno spazio protetto.
Una pedagogia della relazione
Autonomia e interdipendenza
I componenti del gruppo vengono considerati partecipanti, poiché da una parte partecipano al loro stesso processo di apprendimento, in cui tra l'altro definiscono autonomamente i contenuti e il corso dell’azione, e dall’altra partecipano alla vita del gruppo come componenti del gruppo stesso. Il concetto di imparare o di discente viene da noi usato soltanto in relazione all’insegnamento convenzionale.
Durante il processo di apprendimento, i partecipanti sono in relazione prima con se stessi, poi con l’altro e infine con gli altri, il gruppo e l’ambiente. Non si tratta solamente di contribuire allo sviluppo della propria autonomia, ma di sviluppare anche il loro senso di solidarietà e corresponsabilità, cioè considerare l’interdipendenza costruttiva di ogni individuo in un gruppo o in una società.
Un approchio olistico
La psicodrammaturgia si rivolge ai partecipanti sul piano fisico, affettivo, intellettuale, sociale e spirituale .
- Il corpo viene impiegato in numerosi esercizi direttamente nel parlare e nell’acquisire la lingua. Esercizi specifici facilitano la percezione e la riproduzione della pronuncia, le poesie vengono accompagnate dai movimenti, che mettono in evidenza particolari aspetti della lingua straniera. Alcuni esercizi di attivazione iniziano con atteggiamenti e movimenti del corpo, prima che venga impiegata l’espressione verbale. Poiché i corsi si svolgono senza i tavoli, i partecipanti possonostabilire da sé la loro distanza e la loro posizione all’interno del gruppo. In questo modo viene concesso anche al corpo maggiore spazio di libertà.
- L'affettività: poiché i partecipanti si esprimono come individui secondo i loro desideri, necessità e aspettative, l’affettività accompagna e stimola automaticamente la loro espressione.
- L’intelletto accompagna continuamente l’osservazione e il diretto apprendimento del processo linguistico, viene coinvolto consapevolmente nelle fasi di riflessione.
- La dimensione sociale viene ugualmente inclusa allo stesso modo, poiché un gran quantità di esercizi favorisce il proprio ascolto e quello degli altri così come l’empatia e la solidarietà. Altri promuovono la collaborazione nel gruppo e il sostegno reciproco fra i partecipanti.
- La dimensione spirituale: attraverso il significato simbolico di alcune attività e il coinvolgimento del mondo immaginario vengono messi in campo dal trainer e dai partecipanti la loro visione del mondo, dell’uomo, la loro concezione della vita, le loro forme comunicative e relazionali.
Questi cinque aspetti si influenzano reciprocamente e sono in correlazione tra loro..
Un processo di apprendimento individuale in un gruppo.
Se rispettiamo il ritmo dei partecipanti, loro procedono al meglio.
La PDL si basa sulla concezione dell’uomo come essere unico, che si trova continuamente in un processo unico di sviluppo dinamico. Se ogni inidividuo viene considerato unico,ne deriva che nel percorso di apprendimento di una lingua straniera devono essere applicate delle procedure che permettano a ogni partecipante di seguire il proprio cammino e il proprio ritmo di apprendimento. Questo significa che non ci si attende alcuna uniformità nel risultato dell’apprendimento.
Ognuno è la referenza di se stesso.
Ogni processo di apprendimento è per prima cosa un processo individuale. La PDL contempla questo aspetto, adeguando le attività al diverso livello di conoscenza e al ritmo individuale di apprendimento di ogni partecipante. In tal modo viene favorito il progresso di apprendimento individualmente .
La PDL è allo stesso tempo orientata al gruppo. Dopo il lavoro di carattere individuale dei primi quattro giorni, in cui ognuno viene introdottoindividualmente alla lingua straniera, la PDL segue tra l’altro una progressione relazionale. Dal monologo al dialogo, vengono coinvolti sempre più partecipanti direttamente nel processo di apprendimento. I protagonisti vengono supportati sia dal trainer sia sempre maggiormente, dagli altri partecipanti, così che la PDL allena non solamente l’autonomia, ma anche l’interdipendenza e la solidarietà. Le differenti conoscenze vengono utilizzate positivamente.
I fondamenti metodologici della psicodrammaturgia
„Orientato al partecipante e al gruppo“ significa di conseguenza, che non viene applicata nessuna opera di insegnamento con contenuti fissi nè una progressione contenutistica prefissata. Nella fase iniziale la lingua si costituisce nel gruppo. In altre fasi viene coinvolta la vita del gruppo in relazione agli esercizi e nella scelta dei temi e dei testi. I partecipanti vengono coinvolti su un piano reale e immaginario, senza che la loro sfera persona sia violata. (l’immaginario offre non solo una funzione di stimolo, ma anche di protezione) .
Ogni partecipante diviene architetto della propria lingua.
Il trainer offre ai partecipanti una cornice d’azione aperta, che stimola il loro desiderio di esprimersi. Dal secondo giorno di un corso intensivo i partecipanti determinano da soli i contenuti di ció che vogliono esprimere. Una procedura articolata rende loro possibile esprimersi in modo sempre più competente.
Il materiale linguistico mancante viene completato attraverso il trainer, e nello stadio linguistico avanzato attraverso gli altri partecipanti sulla base di specifici metodi (doppi, tecniche di ricarica). Si apprende così la lingua straniera, nel momento stesso in cui si comunica. E questo determina un contatto diretto con la lingua straniera, in modo tale che si costituisca un’unità tra parlante e lingua, tra volontà espressiva ed espressione, cosa che favorisce comprensione e processo di apprendimento linguistico. Questa rispondenza tra parlante e la sua espressione alleggerisce l’apprendimento linguistico e motiva il partecipante.
Il materiale linguistico mancante viene completato attraverso il trainer, e nello stadio linguistico avanzato attraverso gli altri partecipanti sulla base di specifici metodi (doppi, tecniche di ricarica). Si apprende così la lingua straniera, nel momento stesso in cui si comunica. E questo determina un contatto diretto con la lingua straniera, in modo tale che si costituisca un’unità tra parlante e lingua, tra volontà espressiva ed espressione, cosa che favorisce comprensione e processo di apprendimento linguistico. Questa rispondenza tra parlante e la sua espressione alleggerisce l’apprendimento linguistico e motiva il partecipante.
La tabella in basso illustra le differenti tappe dell’unità pedagogica:
Al di fuori di una attività contestualizzata (1) o di un documento, che dà al gruppo un contesto espressivo e ne stimola il desiderio, i partecipanti si esprimono più o meno in una prima fase espressiva (2), in cui vengono aiutati dal trainer. In una fase di ricarica (3) il trainer offre loro un rafforzamento, un ampliamento ed un’eventuale correzione linguistica della sequenza originaria.Fasi di ripresa (4) rendono possibile un riutilizzo e un ampliamento del nuovo mezzo linguistico, cosa che favorisce l’integrazione. Queste tecniche di ripresa stimolano inoltre l’immaginazione dei partecipanti, poiché possiedono allo stesso modo una dinamica di riscaldamento. Una fase riflessiva (5) trova spazio su richiesta di correzione da parte dei partecipanti, o se il trainer ritiene necessaria una spiegazione.
L’unità tra parlante e lingua
In una lezione tradizionale i partecipanti fanno esperienza di una doppia alienazione: non solo le parole non appartengono alla loro madrelingua (prima alienazione) ma anche che non sono le loro parole, per ci si ritrovano a parlare di contenuti che non gli appartengono, per cui non soddisfano il loro desiderio espressivo e le loro necessità linguistiche (seconda alienazione). Questo doppio straniamento rende difficile un’effettiva comunicazione tra i partecipanti, riduce il loro interesse, la loro disposizione a trattare l’argomento e la loro motivazione, limita la concentrazione e o mantenimento dei contenuti, e frena il processo di apprendimento e comprensione.
Per prima cosa creare un approccio positivo alla lingua straniera.
La PDL riduce la prima alienazione dal momento che trova spazio fin da principio una sensibilizzazione dei partecipanti alle caratteristiche prosodiche e sonore della lingua straniera. La pronuncia è uno dei fattori principali, che spengono l’estraneità della lingua straniera. Attraverso specifiche tecniche, alleggeriscono la percezione e la riproduzione di caratteristiche della pronuncia straniera, la lingua diventa più familiare e puó così essere appresa più facilmente. La PDL inoltre prova ad instaurare una relazione positiva con la lingua straniera, per renderne l’approccio più piacevole e per ridurre il suo carattere di stranezza.
Se sono le vostre parole,
allora potrà diventare più facilmente la vostra lingua.
La PDL annulla il secondo straniamento, poichè si determinano contenuti linguistici direttamente nel gruppo e dal gruppo. Questi scaturiscono dalle esigenze espressive dei partecipanti nella situazione comunicativa cui loro danno vita attivamente. I partecipanti partecipano nel gruppo ad un processo di determinazione della lingua, per il fatto che loro sono coautori della lingua introdotta nel corso. In questo senso hanno la corresponsabilità per i contenuti e per il loro apprendimento linguistico.
La creazione di una atmosfera di fiducia
Nella PDL diverse componenti contribuiscono alla creazione di un’atmosfera, che favorisce il processo di apprendimento, riduce o addirittura abbatte le i blocchi e le barriere linguistiche, e accresce la fiducia in sé e la voglia dei partecipanti ad esprimersi nella lingua straniera:
Il riconoscimento del proprio ritmo di apprendimento:
La PDL riconosce che se ognuno imposta il proprio viaggio nella lingua straniera con il proprio ritmo acquisisce i mezzi linguistici necessari. Ció sta anche a significare che la PDL non dà nessun obbligo di insegnamento.
L’invito a sbagliare.
Nella lezione tradizionale la paura di sbagliare spesso porta i partecipanti ad esprimersi „in un mutismo privo di errori“.
Nella PDL, al fine di un processo di apprendimento, il trainer considera l’errore inevitabile (non esiste nessun processo di apprendimento senza errori) e indispensabile (l’incontro con l’errore favorisce l’esplorazione dei limiti della lingua). E ciò comporta la riduzione della paura, e il timore di essere derisi, se si fa un errore.
I partecipanti vengono invitati, a entrare nel rischio per ampliare le loro conoscenze della lingua straniera.
Esercizi di rilassamento e di respirazione
favoriscono la recettività del partecipante, accresce la loro concentrazione e crea spesso un’atmosfera di attenzione rilassata.
Esercizi che favoriscono la ricettività e la capacità espressiva.
favoriscono il contatto tra i partecipanti e portano allo sviluppo di uno spirito piacevole nel gruppo.
Procedura che coniugano precisione e flessibilità.
Seguire invece di anticipare.
Nell’approccio alla lingua straniera la progressione si basa prevalentemente su criteri relazionali. Viene sostenuta attraverso esercizi armonizzati, che creano una totalità coerente. Ci si prepara ad ogni esercizio principale con esercizi di attivazione. Gli esercizi intermedi provvedono costituiscono il cambio tra esercizi individuali o di coppia ed esercizi di gruppo, e portano all’approfondimento delle competenze necessarie all’apprendimento della lingua straniera.
Da un incontro a due con il sostegno del trainer.
... a l'incontri a due dell’intero gruppo (incontro in diadi)
Attraverso la tecnica della sequenza vengono trasmessi ad hoc i mezzi linguistici necessari, e che seguono il desiderio di esprimersi dei partecipanti. Attraverso la procedura della sequenza che procede a spirale e attraverso la nuova percezione della situazione con il cambiamento di un suo parametro (metodo di nuova percezione) si favorisce un utilizzo più sfaccettato e vario dei nuovi contenuti linguistici. Inoltre viene alleggerita la sua padronanza. Queste procedure favoriscono inoltre dall’inizio una dimestichezza flessibile con la lingua straniera.
La pronuncia
Entrare in contatto con una lingua straniera
significa in primo luogo entrare in contatto con un ritmo straniero.
Con l’approccio alla lingua straniera i partecipanti vengono sensibilizzati all’importanza della pronuncia. Precisi metodi conducono nelle particolarità del ritmo, della melodia e dell’articolazione della lingua. Particolari esercizi e tecniche come il doppio e lo specchio, rendono possibile una precisa percezione della specificità della lingua straniera. Movimenti mirati rendono più facile la percezione e la riproduzione di precisi suoni linguistici. Le poesie accentuano i tratti ritmici, melodici e segmentali (sonori) di questa lingua. Il metodo verbo-tonale costituisce il principio alla correzione della pronuncia ( vedi la bibliografia di Dufeu, 1976, 1986, 1990, 2001, 2003:267-316)
Camminare al ritmo di una frase in una lingua straniera.
Il lessico
- Nei primi giorni mentre prendono confidenza con la pronuncia attraverso le tecniche del doppio e dello specchio, i partecipanti sviluppano allo stesso tempo loro “nucleo linguistico”. Da questo possono partire negli ulteriori esercizi per essere in grado di esprimersi nella nuova lingua. Il linguaggio viene acquisito in situazioni che li coinvolgono. L'unità tra oratore e linguaggio, tra oratori e desideri espressivi, tra situazione e lingua applicata, facilita l'acquisizione della lingua e stimola la motivazione dei partecipanti.
L’approdo al significato
L’approdo al significato di enunciati linguistici sconosciuti viene alleggerito grazie alla coincidenza tra parlante ed enunciato, o tra la situazione e l’enunciato. Ha luogo un’inversione dell’incitamento alla comprensione: poiché i partecipanti sono gli iniziatori del loro enunciato, spetta al trainer capire cosa desiderano esprimere e offrire loro il materiale linguistico necessario e appropriato. Nella PDL il processo di comprensione viene alleggerito anche grazie alla costruzione della sequenza verbale, quando il trainer esce dall’enunciato più o meno scarso o elaborato del partecipante, al fine di ampliare le sue possibilità espressive.
Il senso proviene qualche volta dal sentire.
Il senso proprio dell’enunciato viene trasmesso inoltre dalla percezione del significato ( valore connotativo del messaggio). Ciò significa che i partecipanti vengono attratti non solo dal “cosa” ma anche dal “come” del messaggio che in particolari contesti può modificare il suo stesso significato. Al proposito nel processo di apprendimento e comprensione deve svilupparsi una sensibilizzazione ad altri modi percettivi della lingua straniera.
Il processo di memorizzazione
La stretta relazione tra il parlante e il suo stesso enunciato comporta il mantenimento dei nuovi mezzi linguistici, grazie alla strutturazione della sequenza che impiega ripetutamente e amplia il nuovo materiale linguistico, grazie alle tecniche di ricarica (vedi sopra, tappa 3 dello schema del processo di scambio) grazie alle tecniche di ripresa (vedi sopra, tappa 4 dello stesso schema), che permettono di riprendere ancora una volta le medesime situazioni con il cambiamento di un parametro.
La scoperta delle strutture della lingua straniera
La grammatica non è separata dalla lingua.
La scoperta delle regolarità linguistiche si sviluppa, a livello cognitivo, in parte attraverso processi inconsci, in parte attraverso processi coscienti di analisi e deduzione, che ogni partecipante può compiere individualmente nell’acquisire la lingua straniera. La riflessione grammaticale nel gruppo scaturisce dai problemi e dalle domande dei partecipanti, allorché non hanno compreso determinate correzioni. Può però anche avvenire che ad introdurre tale riflessione sia l’insegnante di sua iniziativa, qualora ritenga che una spiegazione grammaticale possa essere conveniente e necessaria per il gruppo. La riflessione grammaticale si trova in una posizione di output e non di input, ciò vuol dire che non è programmata in anticipo, ma deriva dall'uso reale della lingua straniera. Il processo di apprendimento cosciente si fonda sul processo di acquisizione. La riflessione si innesta sull'esperienza diretta della lingua.
Questo approccio non prevede la soluzione di potenziali problemi a priori, bensì risponde alle esigenze del gruppo. Anche qui vale uno dei principi basilari della PDL: seguire anziché anticipare. Anche l'accesso alla grammatica è dunque orientato verso i partecipanti e il gruppo: non partiamo da una grammatica prestabilita, solitamente dettata dai grammatici sullo sfondo di una conoscenza “complessiva”, bensì trattiamo i problemi grammaticali solo nel momento in cui sorgono. Per quanto possibile, le regolarità grammaticali della lingua vengono scoperte dal gruppo stesso, basandosi sui fenomeni linguistici simili già una o più volte riscontrati. Se necessario, viene maggiormente applicata la "tecnica di concettualizzazione", sviluppata da Henri Besse all'inizio degli anni '70 (cfr., tra l’altro, H. Besse: "Les exercices de conceptualisation ou la réflexion grammaticale au niveau 2. (Esercizi di concettualizzazione o la riflessione grammaticale al livello 2.)" In Voix et Images du Crédif 1974 / 2, 38-44). Questa procedura consente di partire dal livello di conoscenza e dalle esigenze del gruppo e di formulare le regole con parole ed espressioni concepite dal gruppo stesso. L’insegnante ha qui una funzione strutturante e di orientamento. Fornisce inoltre, in un secondo tempo, il relativo metalinguaggio, in modo che i partecipanti comprendano in seguito i termini tecnici in altri contesti. Nel caso di fenomeni sintattici più complessi, fornisce direttamente la spiegazione grammaticale (ad esempio, in francese, per l’uso dei tempi del passato o il congiuntivo). Queste spiegazioni si basano sul concetto di grammatica intenzionale (vedi Dufeu, 1982, 1993 a, 1993 b)
L'atteggiamento verso l'errore:
Gli errori, non soltanto fanno parte del processo di acquisizione, ma piuttosto lo favoriscono: consentono di esplorare le strutture e i limiti della lingua straniera. Ciò non significa che la PDL assuma un atteggiamento di “laisser faire” nei confronti dell'errore. Si parte dal presupposto che, più si parla correttamente, e più la comunicazione può progredire e arricchirsi di sfumature.
Quando un partecipante fa un errore, gli viene offerta la versione corretta. A seconda del livello di maturità linguistica, accoglierà e integrerà la correzione o avrà bisogno della stessa correzione più volte prima di padroneggiare la forma corretta.
La grammaire en Psychodramaturgie Linguistique
L’approccio alle differenze culturali
Una pedagogia delle differenze.
Molti esercizi della PDL promuovono lo sviluppo dell'ascolto attento e dell'osservazione, attitudini che contribuiscono a comprendere "l'altro" nella sua alterità. Le procedure psicodrammaturgiche consentono inoltre di percepire certe caratteristiche culturali del paese straniero dall'interno, e quindi di comprenderle più profondamente. Un accesso particolare a testi che enfatizzano aspetti specifici della cultura straniera contribuisce altresì a un ampliamento o approfondimento della comprensione e della conoscenza della cultura straniera.
La psicodrammaturgia rappresenta una pedagogia della differenza.
L'introduzione della scrittura
La scrittura viene introdotta progressivamente. Nei primi giorni la priorità è data all'espressione orale. Le prime attività scritte vengono effetuate non prima della fine del secondo giorno. I partecipanti sono incoraggiati a ipotizzare la trascrizione scritta degli enunciati espressi nel corso che vorrebbero scrivere nella lingua straniera. Le loro ipotesi vengono quindi confrontate con la versione corretta e ció facendo si scoprono e si discutono le regole di scrittura della lingua straniera. Se possibile, queste dichiarazioni vengono quindi incorporate nel loro contesto originale. Durante la prima settimana di un corso intensivo per principianti, gli esercizi sono direttamente correlati alla lingua sviluppata nel gruppo.
I testi vengono anche usati come stimoli, per alimentare i desideri espressivi dei partecipanti. Vengono per lo più scelti in base a criteri drammaturgici, di gruppo dinamici o tematici. Servono inoltre a ampliare la conoscenza della lingua scritta, della lingua straniera in generale e della sua cultura.
Quali vantaggi offre la PDL?
Avendo lavorato già per più di 30 anni con la PDL, riteniamo utile evidenziare alcuni vantaggi di questo approccio, vantaggi che hanno determinato la nostra scelta pedagogica.
- I partecipanti possono assimilare meglio la lingua straniera, perché possono viverla (anziché prevalentemente apprenderla), adeguata ai loro bisogni, interessi, pensieri e desideri espressivi. Essi partecipano direttamente allo sviluppo della lingua straniera nel gruppo, il che rafforza il loro rapporto con la stessa.
- La lingua straniera diventa personale e più viva, in quanto viene utilizzata come mezzo di espressione, comunicazione e relazione tra i partecipanti (anziché essere l’obiettivo principale dell’insegnamento). Il suo uso acquista così autenticità.
- L'unità tra i locutori e le parole da loro usate accresce l'interesse dei partecipanti per ciò che si dice nel gruppo. Si accresce così l’ascolto reciproco (ascoltiamo più attentamente quando non sappiamo cosa l’altro dirà), come pure la memorizzazione (memorizziamo meglio ciò che ci coinvolge) e la motivazione (aumenta il desiderio di padroneggiare la lingua straniera). Allo stesso tempo viene ridotta o annullata la seconda alienazione (vedi sopra).
- Poiché la lingua applicata corrisponde ai desideri espressivi dei partecipanti, le nuove conoscenze linguistiche vengono meglio memorizzate e integrate.
- Le attività suscitano un doppio interesse, e cioè non solo un interesse per l'apprendimento della lingua, ma anche un interesse personale, cosa che aumenta la motivazione.
- Il desiderio di esprimersi dei partecipanti viene stimolato dalle attività svolte, cosa che contribuisce alla dinamica del gruppo.
- Alcuni atteggiamenti, attitudini, facoltà e abilità, necessari per percepire e apprendere una lingua straniera, vengono ulteriormente sviluppati per mezzo di esercizi specifici. Ciò facilita il processo di apprendimento.
- La spontaneità e la creatività dei partecipanti viene rafforzata. Essi imparano a usare la lingua straniera in modo flessibile e spesso sviluppano un contatto giocoso con essa.
- Le capacità comunicative dei partecipanti vengono rafforzate dalla grande molteplicità di tecniche ed esercizi.
- Le tecniche della sequenza verbale, della ricarica e della ripresa favoriscono la versatilità nell’uso della lingua e la fluidità nel parlare.
- La sensibilizzazione dei partecipanti alle peculiarità prosodiche e fonetiche della lingua straniera, riduce il senso di estraneità con la stessa, rendendola più familiare. Le inibizioni nel parlare diminuiscono e la comunicazione si semplifica. I partecipanti possono entrare in sintonia con la lingua e quindi recepirla in maniera viva. Viene coì ridotta la prima alienazione (vedi sopra).
- Un gran numero di esercizi PDL favoriscono una relazione positiva con la lingua straniera, il che riduce le barriere all'apprendimento. I partecipanti provano piacere e voglia di parlare e si sentono a proprio agio nella lingua.
- La fiducia in se stessi dei partecipanti e la loro disponibilità al rischio nell’avventurarsi nella lingua straniera crescono grazie all'atmosfera che regna nei corsi, dovuta alla relazione empatica creata con loro dall’insegnante, alla sua funzione di supporto e accompagnamento, al suo atteggiamento nei confronti dell'errore, al rispetto per il ritmo di ciascun partecipante e allo spirito di cooperazione che si sviluppa nei gruppi.
- In generale si sviluppa una relazione amichevole tra i partecipanti, poiché possono incontrarsi in vario modo attraverso la lingua straniera. Inoltre, le attività che coinvolgono l'immaginario consentono di sperimentare altre forme di contatto.
- Poiché la lingua viene acquisita attraverso l'espressione personale e la comunicazione diretta, diventa più facile utilizzarla al di fuori della classe, dato che il suo utilizzo e la sua funzione durante il processo di apprendimento trova rispondenza nella realtà della vita al di fuori. Si sviluppa così quello che nelle neuroscienze viene denominato “effetto del contesto”.
Un approccio in costante sviluppo alla lingua straniera
"Work in progress."
"Lavori in corso."
James Joyce
In linea con le basi teoriche della psicodrammaturgia, vengono continuamente sviluppati nuovi esercizi, scoperte nuove procedure e acquisite nuove conoscenze. La formazione dei trainer viene costantemente migliorata per soddisfare le esigenze della pratica. I campi di applicazione del PDL si stanno espandendo grazie all'impegno di alcuni trainer. Originariamente concepito per gli adulti, viene ora utilizzato con adolescenti e bambini piccoli. È stato sviluppato per gruppi e viene sempre più utilizzato nelle lezioni individuali (monodrammaturgia).
Dopo una lunga fase di sviluppo, il PDL trova sempre più risonanza e viene utilizzato in vari paesi europei, ad esempio Germania, Francia, Italia, Austria, Svizzera ... dove si sta diffondendo sempre di più.
Nel 2007, i formatori PDL hanno fondato un'associazione PDL che si occupa della diffusione della psicodrammaturgia e fornisce informazioni sulle formazione di trainer PDL e sui corsi con il PDL. Nel novembre 2008 l'associazione ha organizzato il primo congresso del PDL a Magonza.
La psicodrammaturgia linguistica è allo stesso tempo una sfida permanente, perché offre un grande potenziale di sviluppo ed è anche un invito continuo a esplorare le altresponde della pedagogia.
Link
Ulteriori informazioni sulle basi del PDL sono disponibili in questa homepage:
Ipotesi di base del PDL: https://www.psychodramaturgie.org/it/informazioni-base/ipotesi-pdl
Le fonti del PDL:
https://www.psychodramaturgie.org/fr/fondements/presentation-generale-psychodramaturgie
https://www.psychodramaturgie.org/fr/fondements/caracteristiques-psychodramaturgie
https://www.psychodramaturgie.org/fr/fondements/fondements-methodologiques-psychodramaturgie-linguistique
https://www.psychodramaturgie.org/de/grundinformation/grundzuege-der-psychodramaturgie-linguistique-pdl
https://www.psychodramaturgie.org/de/grundinformation/merkmale-der-psychodramaturgie
https://www.psychodramaturgie.org/de/grundinformation/methodologischen-grundlagen-der-psychodramaturgie-linguistique
Al fine di comprendere meglio la pratica del PDL, ci riferiamo alla descrizione di alcune fasi di un corso di lingua durante il corso:
https://www.psychodramaturgie.org/fr/cours/deroulement-cours
https://www.psychodramaturgie.org/de/kurse/kursverlauf
Per un approfondimento delle basi e della pratica del PDL raccomandiamo il libro di consultazione della psicodrammaturgia:
Wege zu einer Pädagogik des Seins Mainz, Centre de Psychodramaturgie. 2003, 432 pagine
Bernard Dufeu: In cammino verso una pedagogia dell'essere. Merano: Alpha & Beta, 1998, 208 pagine.
Ultima modifica: 18.03.2009